Yannik Sinner, ospite a Roma nella nuova sede della FITP, ha svelato un retroscena legato alla pre-adolescenza
Se, dopo la fantastica vittoria ottenuta a Malaga, quando trascinò i compagni alla conquista di un’inaspettata quanto meritatissima Coppa Davis, in parecchi avevano iniziato a mostrare curiosità per la storia personale di Jannik Sinner, dopo il trionfo di Melbourne la ‘domanda di conoscenza’ sulla sua vita privata è schizzata alle stelle.
Sfortunatamente per i suoi tifosi e per tutti gli appassionati di gossip e quant’altro, il soggetto in questione non si presta troppo volentieri né a pettegolezzi, né ad intromissioni nella sua gelosamente custodita sfera privata.
“I social non mi piacciono, non sono la verità. Inutile dire qualcosa che non è vero, non fa parte di me“, ha dichiarato il campione nella conferenza stampa organizzata nella nuova sede della FITP in Via della Camilluccia a Roma.
Nello stesso incontro con i giornalisti sono ovviamente emersi tanti altri aspetti legati alla vita sportiva del campione. Dal racconto del trionfo di Melbourne al rapporto coi genitori, passando per gli obiettivi stagionali e alla programmazione nel circuito, Jannik si è raccontato con dovizia di particolari.
Protagonista di una due giorni di stampo istituzionale nella Capitale – con gli incontri con Giorgia Meloni e il presidente Sergio Mattarella – il nativo di San Candido si è messo a disposizione della stampa, non sottraendosi a qualsivoglia domanda anche relativa, udite udite, alla sua infanzia o pre-adolescenza che sia.
“Come sciatore ero molto forte, a 8 anni ho vinto i campionati italiani, poi un paio di anni ho fatto fatica quando si sono aggiunte le discipline veloci a slalom e gigante“, ha raccontato il numero 4 del mondo. “Nel frattempo giocavo anche a tennis e pensavo che nello sci un errore ti fa buttare la gara e ti devi alzare sempre presto al mattino. Il tennis invece mi piaceva anche per il modo in cui mi faceva crescere come persona“, ha concluso Sinner.
Non sapremo mai che tipo di carriera avrebbe potuto avere l’ex allievo di Riccardo Piatti se avesse scelto la disciplina principe degli sport invernali in luogo del gioco del tennis. Quello che però possiamo affermare con assoluta certezza è che quel magrissimo ragazzo dai capelli arancioni, timido e riservato, è diventato un campione assoluto. Un vanto per tutto il nostro Paese. E forse, a breve o prima o poi, anche il primo italiano a diventare numero uno al mondo nel ranking ATP.
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